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Le attività selvicolturali rimangano ferme durante questa crisi

In questi giorni di emergenza e contenimento, il Governo ha proibito tutte le attività che non sono ritenute essenziali, e che sono ampiamente differibili. Tra queste attività non necessarie figurano quelle selvicolturali (che hanno un codice ATECO che inizia per 02).

Ovviamente il DPCM ha previsto delle deroghe, effettive e documentate, per quelle forniture che sono indifferibili e necessarie.

Premesso che stiamo attraversando un periodo difficile per tutti, ricordiamo comunque che le attività selvicolturali non sono né indifferibili, né necessarie. Pertanto rischiano di essere pretestuose le numerose richieste di deroga che molte ditte forestali stanno inviando alle Prefetture.

Le ragioni più gettonate sembra siano quelle legate alla legna da ardere e al cippato. In entrambi i casi non esistono ragioni di urgenza e necessità, perché il combustibile legnoso non può essere usato subito, ma ha bisogno di mesi di stagionatura per perdere l’umidità che lo renderebbe inadatto alla combustione. Il legno che si taglierebbe adesso, comunque, sarebbe destinato ad essere bruciato solo il prossimo anno.

Purtroppo l’attuale regime di deroga prevede che, con una semplice comunicazione, le ditte possano iniziare e continuare l’attività. Le prefetture, sommerse come sono da tutta una serie di istanze di settori produttivi, non avranno tempo che di controllare un piccolo campione delle dichiarazioni pervenute.

A questo di aggiunge una certa politica che, invece di fare l’interesse generale della popolazione, spinge per favorire l’interesse di certi settori, come la lobby dei tagli boschivi. Alcune regioni hanno infatti chiesto al Governo di autorizzare le attività selvicolturali, anche avanzando pretesti (problemi fitopatologici e antincendio boschivo) che nulla hanno a che vedere con la selvicoltura produttiva. Il Ministro dell’Agricoltura ha purtroppo accolto la loro richiesta, impegnandosi ad esserne latore presso il Governo.

Ci auguriamo invece che i cittadini vigilino, e che si pensi all’interesse e alla sicurezza della popolazione. Il taglio dei boschi non è essenziale, anzi dannoso alla salute, sia indirettamente, con l’impauperimento delle foreste, sia direttamente, con l’emissione di particolato da combustione, che danneggia il sistema respiratorio umano e lo rende più vulnerabile ai virus.

Ciò che rimane di un bosco dopo la ceduazione

Una risposta

  1. Le leggi regionali non bloccano i tagli a fine marzo.come si fa a permettere la proroga se le piante sono già in ripresa vegetativa. In anticipo per il riscaldamento climatico globale

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