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FONDO FORESTALE ITALIANO

Press Testo

presentazione del FFI alla stampa

Cos’è il Fondo Forestale Italiano?

E’ una fondazione ETS (Ente del Terzo Settore, quindi no-profit) che, tra le varie strategie possibili a difesa dei boschi, ha scelto di utilizzare la proprietà privata. Il FFI non usa la proprietà privata per fare profitti ma per sopperire alle mancanze delle Amministrazioni Pubbliche che spesso non riescono a proteggere i boschi all’assalto cui sono oggi sottoposti in Italia.

Cosa fa il Fondo Forestale Italiano?

La fondazione ha due soli scopi: acquisire la proprietà di terreni per proteggere i boschi esistenti e per crearne di nuovi. In entrambi i casi i boschi non vengono mai sottoposti a tagli a scopo economico e sono lasciati, per quanto possibile, alla loro libera evoluzione.

L’idea è bella e l’azione del FFI è necessaria ma è molto costosa poiché acquisire boschi senza poi tagliarli non è certo una attività economicamente sostenibile. Se poi si aggiunge che per Statuto l’associazione non cede le proprie quote di CO2, è evidente che il Fondo Forestale italiano può agire solo in proporzione ai fondi che raccoglie e ai terreni che riceve in dono.

Per nostra fortuna non è sempre necessario spendere soldi per acquistare boschi e terreni perché essi ci vengono talvolta offerti in dono da parte di persone generose! In ogni caso agiamo su terreni di nostra proprietà per poter garantire che i boschi non saranno mai tagliati a scopo economico.

Come si finanzia il FFI

Le attività del FFI sono per definizione economicamente in perdita poiché acquistare terreni è costoso e mantenere i boschi senza tagli non da alcun profitto, pertanto ogni progetto del FFI deve essere corredato da un reperimento fondi in grado di sostenerlo.

Fondamentali perché l’associazione possa svolgere il suo ruolo sono pertanto le donazioni di privati e aziende, sia in denaro che in terreni.

I privati possono aiutare il FFI senza spendere nulla indicando nella dichiarazione dei redditi il Codice Fiscale 91030740608 come destinatario del 5xmille.

I Volontari del FFI

La fondazione organizza una rete di Volontari. Quelli che abitano nei pressi di terreni del FFI possono agire da Custodi del Bosco garantendo il controllo “in loco” dello stato del bosco al fine di individuare e prevenire eventuali pericoli per il bosco stesso.

La Rete del FFI

Tanti conservano terreni di famiglia senza effettuarci tagli o addirittura acquistano terreni per conservarli tal quali o migliorarli dal punto di vista ecologico. Si tratta generalmente di persone singole che agiscono separatamente, senza forse neppure accorgersi che altri fanno la stessa cosa. Questa frammentazione è dannosa poiché impedisce di avere una visione d’insieme e di affrontare insieme sfide comuni. Per aiutare a superare questa frammentazione il Fondo Forestale Italiano propone una particolare forma di associazione, chiamata affiliazione. Associazioni e privati cittadini che accettano alcune minimali regole comuni possono affiliare al FFI i propri terreni nei quali si impegnano a non tagliare a scopo di lucro o di utilità. Così facendo continuano a gestire le proprietà da soli e senza interferenze ma entrano in una grande rete dove nessuno è solo davanti ai problemi tecnici, amministrativi o legali dovuti alla volontà di conservare i boschi. Il FFI non si offre di risolvere i problemi agli affiliati, ma offre loro un luogo virtuale dove tutti possono condividere esperienze e soluzioni e, insieme al FFI, costituire una lobby a protezione dei boschi. La lobby sarà molto utile quando sarà completamente operativo il Testo Unico Foreste e Filiere forestali  TUFF che all’art. 12 prevede il taglio coatto per i boschi “abbandonati” ossia quei “terreni forestali nei quali  i  boschi cedui hanno superato, senza interventi selvicolturali,  almeno  della metà il turno minimo fissato dalle norme forestali regionali,  ed  i boschi d’alto fusto in cui non  siano  stati  attuati  interventi  di sfollo o diradamento negli  ultimi  venti  anni (comma g art.3)” Allora dovremo difendere i nostri boschi con tutti i mezzi ed essere uniti ci aiuterà a non essere soli a combattere contro leggi ingiuste.

Perché dobbiamo difendere e proteggere i boschi?

Dobbiamo difendere i boschi per tanti motivi tra cui assorbire l’eccesso di CO2 in atmosfera che causa i cambiamenti climatici,  conservare la biodiversità, difendere il territorio dal dissesto idrogeologico, conservare l’umidità e proteggere le fonti idriche. E, non ultima, preservare la bellezza del mondo e la poesia della natura.

Difendere i boschi significa aumentarne il numero, la superfice e la qualità ecologica. Facile da dire ma difficile da fare per tanti motivi, primo fra tutti il fatto che generalmente i boschi sono intesi solo come collezioni di “cose” inanimate, di oggetti utili solo ad essere bruciati o tagliati.

Difendere i boschi è un’attività che travalica il limite temporale della vita di ciascuno di noi e quindi non viene spontaneo lavorare per un fine così remoto. E’ poi particolarmente difficile che i politici ci si impegnino perché l’orizzonte del loro agire è quasi sempre limitato al tempo che manca alla prossima scadenza elettorale.  

Boschi e foreste si conservano per i figli, ma si piantano per i nipoti!