GR Sorano

COD: A0021

A0021

La mia proprietà si estende per quasi 5 ettari nel comune di Sorano, ad 1 km dal centro cittadino, lungo le sponde del fiume Lente, o più esattamente del suo affluente torrente Ricorsaio, subito prima nel suo ingresso nella Lente.

Il terreno è in parte in forte pendenza, lungo la profonda forra scavata dal Lente e dai suoi affluenti. Questo settore è totalmente boscato, con castagni, querce, carpini, e aceri, alcuni anche di grandi dimensioni. Scendendo verso il torrente Ricorsaio si ha una parte a pendenza assai meno pronunciata, che fu disboscata in passato per far posto a delle colture agricole. Come spesso avviene in casi del genere, l’abbandono di queste colture ha permesso l’ingresso di piante infestanti quali rovi e pruni nello stato arbustivo, e di robinie in quello arboreo.

Una costruzione, originariamente adibita a ricovero per animali (“muccaia”) è presente nella parte bassa, vicino al Lente. Questa costruzione è oggi in totale rovina. Purtroppo la sua posizione, al fondo della gola fluviale, la rende poco interessante come abitazione, trovandosi in una zona particolarmente umida e buia. Quando pensavo di trasformarla in abitazione civile, avevo chiesto al comune il permesso di spostarla in una zona sita più in alto.

Di grande suggestione sono le rovine dell’acquedotto settecentesco che portava in paese l’acqua proveniente dalle sorgenti del Lente: i tratti meglio conservati si trovano proprio nella mia proprietà.

Il mio terreno si trova nel tratto iniziale del sito “Alta valle del fiume Lente”, un sito di eccezionale valore naturalistico e storico, segnalato dal professor Selvi dell’Università di Firenze. La forra del Lente dà luogo ad una peculiare vegetazione che è fresca ed umida in basso, e invece più calda ed asciutta in alto, rappresentando quindi un notevole esempio di inversione climatica e vegetazionale. Nella parte alta si trovano frammenti di lecceta e di bosco termofilo a roverelle e cerri, un tipo di vegetazione assai diffusa in tutto l’Appennino. Ma è nella parte bassa che si hanno delle peculiarità assolutamente non comuni. L’umidità sempre alta anche in piena estate (il Lente è il maggior affluente del Fiora, il fiume che fornisce acqua potabile all’intera provincia di Grosseto) fa sì che si trovino delle notevoli cenosi mesofile (= tipiche di ambienti freschi), che comprendono grandi esemplari di cerri, carpini bianchi, tigli, aceri, fra cui l’acero di monte, ed addirittura faggi, a quote non superiori ai 450 m, quindi molto più in basso del solito. Il sito raggiunge la massima spettacolarità in prossimità delle sorgenti del Lente, in fondo alla forra, dove si trova anche una piccola ma potente cascata.

Molte sono le piante segnalate dal prof. Selvi come rare o localizzate; personalmente, occupandomi di micologia, io ho egualmente riportato la presenza di molte centinaia di specie fungine, di cui varie sono qui presenti per l’unica stazione finora nota per la Toscana.

La parte naturalistica è ben coronata dalla presenza, leggermente più in alto, del villaggio abbandonato di Vitozza, un insediamento rupestre abitato fino alla fine del 1700. Si tratta di uno dei villaggi scavati nella roccia (qui il tufo vulcanico) posto più a settentrione dell’area mediterranea: altri esempi, presenti più a mezzogiorno sono la città antica di Matera, e i villaggi della Cappadocia, in Turchia. Consiglio a tutti una visita a questa sconosciuta perla della bassa Toscana, dove oltre alle grotte, ex abitazioni rupestri, si trovano anche i resti di una chiesa e di due castelli, e di un suggestivo colombario.

Un’immagine dell’alternanza di zone prative e boschive:

Boschi a perdita d’ occhio si possono osservare dal mio terreno: si tratta della vegetazione del sito noto come Alta valle del fiume Lente:

Torrente con carpini bianchi all’inizio della primavera (Alta valle del Lente):

L’Helleborus bocconei è una delle varie piante endemiche della zona.