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Sponsor FONDO FORESTALE ITALIANO

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Come è facile intuire le attività del Fondo Forestale Italiano non producono ricavi e quindi non sono economicamente sostenibili. Ciò significa che l’associazione può operare solo grazie a donazioni o sponsorizzazioni da parte di privati, di aziende e di Enti. 

Il FFI non esegue attività compensative, quindi le aziende donatrici e quelle  sponsor possono comunicare di aver contribuito a piantare o a preservare un certo numero di alberi, ma non possono utilizzare tali alberi nella contabilità aziendale del carbonio.

  • Le erogazioni liberali sono donazioni spontanee aventi la finalità di sostenere economicamente l’impegno sociale portato avanti da chi le riceve e come tali non prevedono “ritorno” alcuno al donatore, se non la possibilità di comunicare il suo avvenuto sostegno.
    Ogni erogazione liberale effettuata ad una Onlus (quindi anche al FFI) è detraibile o deducibile per il donatore, sia esso una persona fisica o un azienda.

  • Le sponsorizzazioni sono invece attività commerciali, quindi non detraibili ne deducibili per lo sponsor, e necessitano di un apposito contratto.

 

Le attività del Fondo Forestale Italiano non hanno controindicazioni di alcun tipo e sono molto apprezzate dalla pubblica opinione che è preoccupata non solo dei cambiamenti climatici in senso astratto e globale ma anche delle loro conseguenze locali sulle condizioni meteo giornaliere e stagionali. Ciò significa che lo/gli sponsor che collegano il proprio nome alle attività del Fondo Forestale Italiano avranno ampia e positiva visibilità.

I media si sono già interessati al Fondo Forestale Italiano: Striscia la Notizia di Canale 5 ci ha intervistati, abbiamo interviste sul “Corriere della Sera”, su “La Stampa”, interviste radiofoniche su RAI Radio2 e RAI Radio3, e molte altre presenze sia cartacee che sul web. Ecco l’elenco completo delle presenze sui media.

Il Fondo Forestale Italiano è presente su Facebook dove ha superato i 15000 like, e su Instagram.

Oltre che sul web e sui social media, il Fondo Forestale Italiano  può offre visibilità allo/agli Sponsor nelle iniziative che attua:

  • azioni sul territorio come piantagioni/piantumazioni, irrigazioni successive e momenti di controllo della crescita e dello stato delle foreste;
  • rapporti con i media;
  • rapporti con le comunità locali, intese sia come classe dirigente sia come popolazioni locali e scolaresche che il Fondo Forestale Italiano vuole coinvolgere nella protezione delle zone forestate;

Lo sponsor potrebbe essere autorizzato ad utilizzare il logo del FFI, che è marchio registrato.

E’ possibile sponsorizzare il Fondo Forestale Italiano in senso lato, oppure sponsorizzarne una (o più) specifiche forestazioni o acquisizioni di foreste da conservare.  Nel primo caso lo Sponsor contribuisce economicamente alla vita dell’Associazione aiutandola a crescere e a ramificarsi sul territorio. Nel secondo caso lo Sponsor contribuisce ad uno o più progetti di conservazione di boschi o di forestazione.

Oltre che in denaro, gli Sponsor possono contribuire con strumenti operativi utili alla vita dell’Associazione o alle forestazioni. 

  • Le attività di messa a dimora di piantine, seppur molto “vendibili” dal punto di vista del marketing, per essere efficaci ed effettive necessitano di un seguito di attenzioni non indifferente se si vuole che le piante sopravvivano oltre i primi mesi. Si tratta di cure culturali quali l’irrigazione di sostegno, la protezione da animali selvatici (cinghiali, caprioli,…) , l‘eventuale protezione da atti di vandalismo, soprattutto in caso di città. Sono cure che vanno previste e finanziate se non si vuole incorrere nel rischio che l’azione positiva dell’azienda si rivolga in un autogol, dato che oggi con i Social è un attimo bruciarsi la reputazione.

  • La messa a dimora di piantine ha risultati ambientali nei tempi lunghi, quindi per l’azienda dovrebbe essere una mossa strategica e non opportunistica per inseguire l’onda “verde” del momento.

  1. Molto utile a scopo ambientale è la conservazione di boschi esistenti. Non ha infatti molto senso mettere a dimora piccole piante se nello stesso tempo si tagliano interi boschi.

  2. La protezione dei boschi esistenti, se fatta su superfici abbastanza grandi, permette il costituirsi di oasi non limitate agli alberi ma a tutta le flora e la fauna che in modo del tutto naturale vi convergerà in breve tempo. In quest’ ottica proteggere un bosco di 10 ettari è generalmente meglio che proteggere 10 boschi da 1 ettaro.

  3. La creazione di un’oasi grande, magari intitolata col nome dell’azienda, avrebbe un enorme risalto in termini di immagine. L’oasi potrebbe anche essere utilizzata come luogo di studio per laureandi o di lavoro per neo laureati in scienze ambientali o forestali. Anche questo sarebbe un bel fiore all’occhiello per l’azienda in quanto sarebbe, e sarebbe percepito, come un modo di rallentare la “fuga dei cervelli” che tanto ci danneggia come società civile.

 

  1. I costi delle messe a dimora vanno calcolati con cura volta per volta perché dipendono dalle situazioni di contorno. I costi principali sono:

    1. costo del terreno (molto variabile in base alla zona) che può partire dai 2 o 3000€ per ettaro.
    2. costo di preparazione del terreno (aratura, fresatura, creazione delle buche,…)
    3. costo delle piantine è il minore di tutti i costi (2€ caduna)
    4. costi dei ripari (shelter) necessari per proteggere ciascuna piantina dai cinghiali (ad empio) Si tratta di 1 o 2€ a piantina
    5. eventuali costi di recinzione (decine di migliaia di euro!)
    6. costi di messa a dimora. Per essere efficaci ed efficienti è bene che agiscano imprese specializzate. Solo una piccola parte delle piante potrà eventualmente essere messa a dimora da volontari, magari in occasione di eventi pubblicitari.
    7. Costi delle cure culturali necessarie per almeno 4 o 5 anni. Anche per esse è bene rivolgersi a imprese specializzate. Ogni tanto si potrà fare un evento pubblicitario di annaffiatura, ma bisogna essere certi che l’eventuale non disponibilità di volontari non si trasformi poi nella morte delle piantine.
    8. Costi di progettazione, ossia parcelle e rimborsi spese dei professionisti coinvolti (geometri, dott. forestali, agronomi, commercialisti, notai,…)

Gli Sponsor possono essere a scala nazionale o a scala locale. La scala locale è idonea quando il business degli Sponsor è localizzato ed essi sono quindi interessati a contribuire solo ad alcune specifiche forestazioni.

Il Fondo Forestale Italiano non è pregiudizialmente contrario ad affidarsi ad unica azienda che voglia rafforzare il collegamento tra il proprio marchio e le attività dell’Associazione diventandone Sponsor Unico.

Contrariamente a quanto suggerito dal motto latino “Pecunia non olet”, il Fondo Forestale Italiano non accetta sponsorizzazioni da aziende il cui business è contrario ai principi o agli scopi dell’Associazione.

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