
In questi giorni la IX Commissione permanente del Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare – ha approvato la risoluzione presentata dal senatore Luca De Carlo (Fratelli d’Italia), presidente della stessa Commissione, che sostiene la proposta di modifica della direttiva europea sullo status di protezione del lupo.
Nulla di nuovo e tutto molto prevedibile
L’approvazione viene presentata come una pomposa vittoria ma di fatto dimostra una volta di più delle mancanze preoccupanti in tema di tutela della biodiversità sancita dalla norma italiana e anche dalla nostra Costituzione.
Evidentemente norme e Costituzione valgono ormai poco in Italia e accontentare qualche categoria di lavoratori, e non, è più interessante (e probabilmente redditizio) che tutelare il mondo che ci circonda.
Chi ha fortemente voluto ed ottenuto il declassamento della specie si affretta a sottolineare che non si tratterà di una vera e propria caccia ma solamente di una gestione tramite selezione. Personalmente non vedo molta differenza tra ammazzare alcuni individui e… ammazzare alcuni individui!
Ma ecco cosa accadrà
Le regioni, quando avranno il potere di farlo (ma a destra si preme perché sia il più presto possibile), decideranno quanti e quali individui abbattere sulla base della pericolosità e della confidenza che dimostreranno ma anche sulla base del numero di individui presenti nel territorio, valutando che si potranno abbattere quelli in eccesso. L’On. De Carlo ha evidenziato come la questione non riguardi più soltanto allevatori e agricoltori, ma anche la sicurezza pubblica.

Confidente, aggressivo o pericoloso per la sicurezza pubblica
Alla luce di questi ragionamenti val la pena fare alcune precisazioni; definire confidente un individuo come il lupo, avente un alto grado di socialità, solo perché si ferma ad osservarci anziché scappare al primo sguardo è decisamente antiscientifico ed arrogante. Ancor più lo è pensare di poter valutare aggressivo un individuo sulla base di atteggiamenti che potrebbe avere per difendersi, mettendo in atto comportamenti atti anche solamente a spaventarci.
Decidere di abbattere alcuni individui decidendo liberamente e senza criterio scientifico (perché in altro modo non è possibile) che siano troppi in un determinato territorio è addirittura folle o meglio, lo sarebbe se chi prende queste decisioni non avesse un piano preciso in testa ma sappiamo bene che è così.
Agricoltori, allevatori e cacciatori
Le questioni espresse dal senatore De Carlo, che in materia non ha alcuna competenza né qualifica specifica, riguardanti la tutela di allevatori e della pubblica sicurezza della popolazione sono persino imbarazzanti.
Ancor più lo è il fatto che gli agricoltori, che possono godere in molte aree dei vantaggi generati dal lupo in termini di predazione delle specie considerate nocive (cinghiali, cervi, ecc.), vengano accostati agli allevatori ma in fondo questo dimostra la mancanza di competenze del mondo politico.

In Italia come in molte parti del pianeta tantissimi allevatori convivono con il lupo apprezzandone il lavoro unico di riequilibrio della biodiversità, fondamentale per tutti perché è indispensabile per la vita; quelli che si lamentano sono gli stessi che non adottano i sistemi di sicurezza per i propri animali (nonostante la norma lo preveda) o li usano nel modo sbagliato.
Di fianco a loro, anche se non ce lo dicono, ci sono i cacciatori che lamentano il fatto che il lupo ruba loro le vittime, quei cittadini che posseggono ancora una cultura atavica di paura del lupo e le lobbie delle armi che possono guadagnare più di quanto già non facciano con la vendita di fucili e munizioni. L’indotto che si genera ha un valore di milioni di euro.
A quel punto la scienza, contraria al declassamento del lupo, cosa può fare? Cosa possono fare l’intelligenza, lo studio, i calcoli, di fronte all’arrivismo e alla presunzione? Cosa si può fare quando anche le leggi diventano carta straccia e persino la nostra Costituzione perde ogni valore?
Quando inizierà la caccia
Tra pochi mesi comincerà quindi una caccia che molti auspicavano da tempo e che avrà effetti dannosi per tutti: innanzitutto uccidendo individui a casaccio (perché questo è impossibile decidere quale abbattere) e questo porterà disequilibri nei branchi con effetti a breve termine sulle attività zootecniche come già accaduto in altri Paesi europei, in secondo luogo l’accanimento sulla specie potrebbe portare la specie, molto intelligente e pratica, a rivalersi e con ragione sugli esseri umani, rendendo i boschi posti meno sicuri e già lo sono davvero poco grazie all’attività venatoria.
Da ultimo, ma non per importanza, a perderne sarà la biodiversità stessa (umani compresi) che dovremmo tutelare non solo per noi ma per le generazioni future alle quali dovremmo garantire un mondo più sicuro, compito che stiamo fallendo in ogni ambito.
Il declassamento del lupo è una decisione antiscientifica e meramente politica, con evidenti connotazioni di interesse di pochi, quindi speculativa. In due parole, una vergogna!

Cristiano Fant