Fino alla metà del secolo scorso la mia famiglia viveva al Canalone, un piccolo borgo abitato allora da una dozzina di famiglie. Il Canalone, insieme ad altri piccoli borghi, forma tutt’oggi la frazione della Selva nel comune di Santa Fiora, alle pendici del monte Amiata.
La nostra famiglia era composta da sette persone: due genitori e cinque figli, un fratello e quattro sorelle. Per motivi economici alla metà degli anni ’50 ci trasferimmo nella Maremma Grossetana dove noi sorelle viviamo ancora.
Negli anni ’80 nostro padre ci donò questo terreno che a sua volta aveva avuto in dono da suo padre negli anni ’60 e suo padre l’aveva avuto in dono da suo suocero, cioè dal nostro bisnonno.
Ho letto che il nostro bisnonno alla fine dell’ 800 aveva lì una piccola miniera dalla quale estraeva il cinabro, minierà che franò infrangendo il suo sogno di imprenditore e il terreno, anche per l’abbondanza di acque, tornò ad essere fertile per il pascolo e per l’agricoltura.
Ricordo che c’era di tutto un po’, si coltivava il grano, le patate, il granturco, c’era il campo con l’erba medica per il fieno, il bosco, le piante di castagno, quelle dei meli, e la piaggia con i ciliegi [Nota: piaggia in dialetto popolare significa collinetta].
Quando nostro padre passò a noi il testimone ci disse che lì c’era ricchezza, ovviamente in quegli anni per ricchezza si intendeva “soldi – denaro” infatti lui aveva trasformato il terreno in bosco, sperando con il tempo di ricavare denaro con la vendita del legname.
Noi, fin dall’inizio degli anni 2000, progettammo di vendere il terreno; ci sono stati sopralluoghi e trattative, ma nulla è mai andato a buon fine.
Molte piante si sono seccate a causa delle malattie e parte di quelle sopravvissute sono state abbattute da calamità naturali.
In questi ultimi anni sono più volte tornata lì ed ho assaporato la pace e la tranquillità che lì è di casa. Percorrendo il sentiero che lo attraversa ho ascoltato il silenzio e tutta la ricchezza che possiede. Respirare aria pura, sentire il frusciare delle foglie, ascoltare il rumore dei miei passi, il gorgogliare dell’acqua nel ruscello, il ronzio di un’ape, il cinguettare degli uccelli, vedere la vita che si muove timorosa, il muoversi timido di una lucertola, osservare il volo di una farfalla e l’ondeggiare della chioma degli alberi che con il vento leggero si muovono come in una danza … e ho capito che i soldi non sono tutto nella vita, ci sono altre forme di ricchezza che nel nostro modo travagliato di vivere stiamo dimenticando.
Ecco perché noi quattro sorelle abbiamo donato al Fondo Forestale Italiano il nostro angolo verde, perché i nostri figli e i nostri nipoti e chiunque lo desidera possa continuare ad assaporare la vera ricchezza….
Agnese e le sue sorelle Alba, Adriana e Quintilia
Agosto 2022
Nella foto sotto: tutta la famiglia Domenichini.